sabato 18 giugno 2011

Direttivo 2011 - 2012

Da Foto Soci

Presidente: Francesco SABUCCI

Immediato Past Presidente: Roberto COCCIA
Primo Vice Presidente: Gabriele GARBERINI
Secondo Vice Presidente: Renato RECCHIA
Segretario e Referente Informatico: Francesco SANFILIPPO
Tesoriere: Giorgio PIGA
Cerimoniere: Giorgio STRAFONDA
Censore: Pierluigi GARBERINI
Presidente Comitato Soci: Pierluigi GARBERINI
Leo Advisor: Costanza SBRAGA
Consigliere II anno: Marcello DODDI
Consigliere II anno: Giorgio STRAFONDA
Consigliere I anno: Paolo CACURRI
Consigliere I anno: Vincenzo PAUSELLI
Addetto Stampa: Vincenzo PAUSELLI
Web Master: Renato RECCHIA
Revisore dei conti: Egidio IMPERIALI
Revisore dei conti: Vincenzo TRINCA

lunedì 16 maggio 2011

Settimana Lions per i 150 anni dell'Unità d'Italia: i video e tutti i lavori realizzati dalle scuole

Istituto Tecnico Statale "Alessandro Volta"
150 anni... e la pillola va giù



Liceo Classico "Amedeo di Savoia"
Tivoli Risorgimentale



Liceo Classico "Amedeo di Savoia"
Il Nuovo Esercito



Guarda i video in HD nella nostra pagina su YouTube

Qui puoi sfogliare il catalogo e leggere gli elaborati:

domenica 1 maggio 2011

Settimana Lions dell’Unità d’Italia: Tivoli Host e scuole insieme per non dimenticare

Nell’anno in cui il Paese festeggia il più prestigioso dei suoi compleanni, i Lions di tutta Italia si sono attivati per celebrare l’evento con iniziative di importanza pari al valore dell’avvenimento. Il Lions club Tivoli Host lo farà organizzando la “Settimana del Risorgimento”, sette intensi giorni - da venerdì 6 a venerdì 13 maggio - caratterizzati da convegni, recite, mostre, concerti, sfilate.

Teatro delle manifestazioni sarà la città di Tivoli: dalle vie del centro storico a piazza Garibaldi, alle Scuderie Estensi. Un progetto variegato ma con al suo centro la Scuola, e per essa tanti giovani studenti, come giovani erano quei ragazzi che 150 anni fa non esitarono a scendere in piazza e salire sulle barricate, ovunque in Italia, rischiando la vita e spesso trovando la morte. Da Goffredo Mameli ad EnricoToti, dai fratelli Cairoli a Carlo Pisacane, ai fratelli Bandiera, a Luciano Manara; una “gioventù ribelle” all’oppressione ed in cerca di una nuova dimensione esistenziale che coincideva con l’ideale di una nazione libera e di un’Italia unita. Ecco allora la scuola, con i ragazzi ed il corpo insegnante impegnati a rappresentare l’epopea risorgimentale sviluppando, secondo modalità e linguaggi specifici a ciascun istituto, un tema fra i cinque indicati dal comitato organizzatore lions. Il risultato sarà la realizzazione di un grande affresco storico attraverso il racconto e la rappresentazione di fatti, luoghi, personaggi, aneddotica storica e quanto altro abbia contribuito alla realizzazione del grande progetto di un’Italia unita sotto la stessa Bandiera. Otto istituti hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa e stanno lavorando con tenacia e capacità per essere pronti a presentare le loro opere, venerdì 6 maggio, presso le scuderie Estensi: hanno aderito, il Convitto Nazionale "A. di Savoia", le Scuole Medie E. Segrè e San Getullio, il Liceo di Scienze Umane e Linguistico "Isabella d’Este", il Liceo Classico "Amedeo di Savoia", l’Istituto Tecnico Statale "Alessandro Volta", il Liceo Artistico Statale e l’Istituto Professione per la Moda e l’Abbigliamento.

Le opere prodotte, dalla grafica al multimediale, dall’affresco alla saggistica, resteranno esposte per una intera settimana presso le scuderie Estensi, e faranno da ideale complemento ad una preziosa rassegna di cartoline dell’epoca della Prima Guerra Mondiale.

I lavori creati dalle scuole, che abbiamo avuto la possibilità di scoprire in anteprima, ci riportano a quel lontano 1861 quando il termine “Italia” serviva a designare non tanto una nazione, quanto una penisola, così che Metternich si riferiva con sprezzo al nostro Paese come “espressione geografica”. In realtà il neonato Regno d’Italia, pur configurandosi come una delle maggiori nazioni d’Europa, almeno a livello di popolazione – 22 milioni – e di superficie – 260.000 km quadrati – non poteva però considerasi una grande potenza per la sua debolezza economica, la mancanza di infrastrutture ed una industrializzazione ancora agli albori; a ciò andavano aggiunti la enorme differenza di cultura, di organizzazione sociale e di consistenza economica esistente tra i due mondi appena unificati: quello sabaudo piemontese, e quello borbonico delle due Sicilie. Il neonato Regno risultò generalmente molto povero ed arretrato: reddito pro capite pari ad un quarto di quello inglese; analfabetismo diffuso ed elevato - il 54% in Piemonte e Liguria e ben l’87% nel regno borbonico-; una aspettativa di vita di appena 30 anni, e dove il 28% dei giovani veniva scartato per rachitismo alla visita di leva. E che dire delle infrastrutture! Pressoché assenti le ferrovie - 850 chilometri al nord, 99 in Campania e zero chilometri in Sicilia, per un totale complessivo di appena 2.000 chilometri, contro i 14.595 dell’Inghilterra; le strade ordinarie non superavano i 50.000 chilometri – di cui solo il 20% nel regno borbonico - giusto quanto gli inglesi avevano trenta anni prima. La produzione industriale era ai livelli minimi; a fronte di 4 milioni di tonnellate di ghisa prodotte dall’Inghilterra e alle 967.000 della Francia, nel nord- Italia si arrivava a 17.500 e ad appena 1.500 nel sud. Questa era l’Italia del 1861, quando un kg di pane costava 0,40 lire, ed uno di pasta 0,60.

Un secolo e mezzo è passato da allora, un battito d’ali nel percorso della storia, anzi con Benigni potremmo dire che l’Italia è ancora una minorenne; tuttavia è difficile far finta che gli anni non siano passati e che le rughe del tempo non abbiano lasciato alcun segno. L’osservazione della realtà quotidiana ci dice che gli eroi morti per consegnarci un’Italia unita, non sarebbero felici nel constatare come oggi il nostro Paese sia troppo spesso contestato nella sua integrità territoriale e ideale. Migliaia di veneti e siciliani, abruzzesi e toscani, non sono morti fianco a fianco per lasciarci istituzioni in cui ci si irride ed insulta, o una società in cui i talenti fuggono e le nullità prevalgono. Massimo D’Azelio all’indomani dell’unificazione affermava: “fatta l’Italia, ora dobbiamo fare gli Italiani”, e non aveva torto nell’immaginare che questa operazione sarebbe stata più lunga e complicata della stessa guerra combattuta per l’unificazione territoriale. Ma se è vero questo, è anche giusto dire che siamo stati un popolo capace di ricostruire il proprio futuro dalle macerie e di stupire il mondo intero con la sua genialità, tanto da conquistare un posto fra le prime potenze mondiali; abbiamo una speranza di vita pari ad 82 anni, contiamo 14.900 ultracentenari; la rete stradale è di 654 mila chilometri e quello delle strade ferrate di 16.600. La democrazia regola la nostra vita assicurandoci il pieno godimento dei diritti civili e costituzionali; e se ad eleggere il primo parlamento del Regno vennero chiamati a votare 418.696 cittadini - l’1,9% della popolazione - oggi possono recarsi alle urne tutti gli italiani, e sono milioni, che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età senza distinzione di censo e di sesso. Ed allora che questo anniversario appartenga davvero a tutti noi e che il nostro Paese impari ad essere finalmente una Nazione e non un risicato conteggio di bottega per sopravvivere gli uni, a danno degli altri. E ricordiamo che la libertà è un dono che viene dal passato, e che quanto abbiamo oggi è ciò che gli altri hanno dato per noi ieri ed il cui sacrificio ci permette di godere di libertà e di prosperità, vivendo nell’unità e nella pace.

martedì 5 aprile 2011

Officer Distrettuali 2011 - 2012

PDG Alberto Maria Tarantino
Membro della Consulta del Governatore
Coordinatore area "Promozione Sociale"

Roberto Coccia
Consulente del Governatore per gli affari fiscali e tributari

Costanza Sbraga
Referente per il Lazio del "Poster della Pace"