sabato 18 marzo 2017

17 marzo - "Ma io fotti innocente!"

È stato messo in scena ieri il primo spettacolo della nostra rassegna teatrale di beneficienza " La quarta parete", service insieme al Leo Club Tivoli Host.
Ad aprire la rassegna teatrale è stato lo spettacolo a cura de "La Compagnia del Tesoro" (regia di Kevin Dominici), un gruppo di talentuosi ragazzi tiburtini.

La Compagnia del Tesoro
Il ricavato è stato destinato all'acquisto di una lavagna multimediale per una Scuola di Tivoli.

giovedì 2 marzo 2017

Murales per un progetto d’inclusività

Creare attraverso il lavoro  di gruppo costruttive occasioni di educazione e socialità: questa l’intuizione avuta da tre insegnanti dell’istituto Baccelli di Tivoli che hanno utilizzato le capacità creative dei propri alunni  per affrescare con murales  alcuni spazi nei corridoi della scuola. Spiegare l’arte da una prospettiva diversa da quella cattedratica, mettere a disposizione dei ragazzi un muro, dare loro nozioni tecnico pratiche e lasciarli esprimere liberamente in una sorta di gioco-sfida verso se stessi e verso gli altri; questo è quanto hanno fatto Anna Amodio, insegnante d’arte e immagine, Anna Faienza e Giuseppe Di Bari insegnanti di sostegno.
Faienza, Amodio, Cecchetti, Di Bari e Garberini

Quattro le opere realizzate, differenti i soggetti che spaziano dalla riproduzione di opere di artisti famosi, al tema della pace.
“Siamo partiti dalla convinzione – ci dice la professoressa Amodio- che rendere più bella la scuola con il concorso degli stessi ragazzi avrebbe creato affettività nei confronti dell’istituto in quanto struttura; sentendolo anche un po’ loro, lo avrebbero rispettato e curato evitando il verificarsi di deturpazioni ed atti vandalici”.
Servendosi del muralismo (compreso nel programma di studio) e con la partecipazione a più voci e più mani dei ragazzi, ha preso così forma e colore il progetto Coloriamo la nostra scuola. 
Klimt - L'albero della vita
D. Il  primo murales  realizzato è intitolato Desiderio di Pace, da dove nasce la scelta del soggetto?
R . E’ la conseguenza – spiega la  Amodio- della nostra precedente  partecipazione al concorso Lions Un poster per la Pace indetto dal club Tivoli Host; un tema impegnativo oltre che attuale, importante sul piano  sociale e formativo e sul quale disponevamo di studi e bozzetti.
Alla realizzazione dell’affresco  hanno partecipato gli alunni delle sezioni A delle tre classi; abbiamo impiegato quasi l’intero anno scolastico 2015-16 con appuntamenti pomeridiani ogni quindici giorni”.
D. Quale  è stato il ruolo ed il contributo pratico dei ragazzi?
 “ Totale – ci dice Di Bari- si sono occupati di tutto: dalla preparazione del fondo della parete (stuccare, scartavetrare, imbiancare) fino alla preparazione dei colori e naturalmente alla colorazione dei disegni, dopo aver copiato sul muro le immagini proiettate”.
“ Questo sistema –  conclude  la Amodio- semplice e accessibile a bravi e meno bravi, ed il lavorare insieme con risultati visibili, ha fatto cadere la remora di chi non si riteneva capace. Ciò ha inciso molto sulla loro autostima che in questa fascia di età è molto debole”.
Si è trattato di uno straordinario lavoro di gruppo documentato da foto che ritraggono i ragazzi all’opera, con il camice e la mascherina sul viso per proteggersi dalle polveri, come dei veri artisti del muralismo.
La professoressa Anna Faienza ed il collega Di Bari si sono invece occupati della realizzazione di altri tre murales, sempre nell’ambito dello stesso progetto “Coloriamo la nostra scuola”, facendo riprodurre opere di artisti famosi.
“Occupandomi di ragazzi diversamente abili – spiega Faienza - con il collega Di Bari abbiamo pensato ad un progetto d’inclusività che vedesse insieme tutti i ragazzi, compresi gli alunni con bisogni speciali o con  un disagio socio cultura. Abbiamo saltato la fase della preparazione del fondo delle pareti, approfittando anche del fatto che in quel periodo gli operai stavano tinteggiando i corridoi.
Il lavoro è  stato svolto in orario scolastico con presenze a rotazione per evitare di far perdere ore di lezione sempre agli stessi ragazzi”.
Saint-Exupery - Il Piccolo Principe
D. Perché la scelta di far rappresentare opere famose?
R. Abbiamo scelto opere di grandi autori come Klimt, Keit Haring o gli acquerelli di Antoine de Saint-Exupery dal suo Piccolo Principe, con l’obiettivo di unire il fare con il sapere. Prima abbiamo presentato ai ragazzi gli artisti, poi l’opera scelta l’abbiamo fatta riprodurre in forma di murales.
D. L’inclusività, obiettivo del vostro progetto, ha prodotto i risultati sperati?
R. Il lavoro è stato molto proficuo perché,  messi tutti insieme a fare, nessuno si sentiva escluso; non si avvertivano differenze tra i ragazzi, erano tutti alla pari, si aiutavano e si consigliavano animati dallo stesso desiderio di vedere crescere l’opera, senza sentirsi sminuiti se a qualcuno si chiedeva un impegno superiore. Con un grande spirito cooperativo si è superato il blocco “dell’Io non lo so fare”.
Il successo di queste iniziative lo si  percepisce parlando con i ragazzi protagonisti: la soddisfazione che manifestano  per avervi preso parte, l’emozione che ancora sentono nel ricordare l’esperienza, la voglia di raccontare.
“Abbiamo fatto tutto noi dall’inizio alla  fine- ci dice con orgoglio Francesco Nocente della 2^A.  Il professor Di Bari ci ha mostrato diversi murales spiegandoci cosa sono e come  riprodurli.
Realizzare l’opera tutti insieme è stato un modo per incontrarci e conoscerci meglio, non solo tra noi ragazzi, ma anche con i professori per averli frequentati fuori dall’orario scolastico; una bella esperienza che vorrei ripetere e che consiglio.  
Sono orgoglioso per quanto ho contribuito a fare perché abbiamo realizzato tutto questo non per una persona ma per tutti noi, per la scuola che adesso sento anche un po’ mia”.
Riassumiamo infine un concetto condiviso da tutti e tre gli insegnanti: mostrare l’intero processo creativo, dall’idea al muro grezzo all’opera finita, si sviluppano le capacità tecnico-espressive dei ragazzi, oltre ad attirare l’attenzione dei più difficili che normalmente non si riesce a coinvolgere.
Un simile progetto dovrebbe avere continuità nel tempo: lo auspicano gli insegnanti, lo suggeriscono i ragazzi.

Vincenzo Pauselli